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Com’è andata a Monteortone? Alcune note sull’incontro

28 Maggio 2025

La “PhD Day” (Giornata di Formazione per i Dottorandi e le Dottorande) di quest’anno si è conclusa a Monteortone con un senso di tranquillo successo. La giornata si è sviluppata attraverso una lezione magistrale, tavoli tematici, workshop specifici per anno e un dialogo conclusivo, ognuno offrendo qualcosa di diverso ai partecipanti. Ambientato nella tranquilla cornice dei Colli Euganei, l’evento è risultato sia concentrato che aperto, dando spazio a conversazioni significative e l’opportunità di allontanarsi dal consueto ritmo accademico.

La mattinata è iniziata con le parole di benvenuto del Prof. Andrea Porcarelli, seguite dalla Prof.ssa Juliana Raffaghelli, che ha offerto un inquadramento che ha riecheggiato sottilmente durante tutta la giornata: “uno scambio intergenerazionale”. Questa descrizione ha risuonato non attraverso una singola sessione, ma nei modi silenziosi in cui gli studenti di anni diversi – primo, secondo e terzo – si sono riuniti intorno alle stesse domande con strumenti diversi, preoccupazioni diverse e attenzione condivisa.

La lezione magistrale del Prof. Sergi Fàbregues (Universitat Oberta de Catalunya) si è concentrata sulla ricerca con metodi misti, in particolare su come gli approcci qualitativi e quantitativi possano dialogare in modo più significativo. La sua enfasi sugli strumenti visivi e grafici ha aperto una discussione più ampia sulla ricerca interdisciplinare e sulla necessità di andare oltre le divisioni metodologiche ereditate. Dopo la lezione magistrale, i partecipanti si sono uniti a tavoli tematici che esploravano la gestione dei progetti (Prof.ssa Juliana Raffaghelli), la ricerca partecipativa e inclusiva (Prof. Simone Visentin) e le intersezioni tra scienze umane digitali, IA e educazione (Prof.ssa Marina De Rossi). Queste sessioni si sono mosse facilmente tra struttura e spontaneità, dando ai partecipanti lo spazio per esplorare idee e collegarle alla propria ricerca.

Nel pomeriggio, l’attenzione si è spostata su workshop specifici per anno, ognuno progettato per rispondere alle esigenze dei ricercatori in diverse fasi. I dottorandi del primo anno hanno lavorato con la Prof.ssa Sara Serbati sulla progettazione della ricerca e la struttura metodologica. Quelli del secondo anno si sono concentrati sulla scrittura accademica e la comunicazione della ricerca con la Prof.ssa Ottavia Trevisan. I candidati del terzo anno hanno incontrato rappresentanti dell’Ufficio Ricerca Internazionale dell’Università per discutere di finanziamenti post-dottorato e opportunità accademiche in Europa.

Per molti partecipanti, queste sessioni hanno offerto non solo una guida pratica ma anche l’opportunità di fare un passo indietro e riformulare i propri percorsi di ricerca. Come ha riflettuto Sarah Schmidt, una dottoranda del primo anno: “Imparare di più sui diversi paradigmi di ricerca e poter applicare diverse prospettive al mio progetto di ricerca personale è stato non solo utile ma anche molto stimolante. È stato fantastico sentire le opinioni di diversi professori.”

Questo senso di slancio ha caratterizzato tutta la giornata. Silvia Stocco, uno dei membri del comitato organizzatore, ha osservato: “È stato davvero soddisfacente vedere quanto bene le sessioni si collegassero tra loro. Si poteva sentire che le idee si sviluppavano durante tutta la giornata, anche attraverso formati diversi.”

La giornata si è conclusa con una sessione presieduta dalla Prof.ssa Raffaghelli, in conversazione con il Prof. Daniele Morselli (Università di Bolzano). Attingendo al suo percorso accademico – che ha attraversato Italia, Stati Uniti e Finlandia – il Prof. Morselli ha offerto una visione concreta della vita dopo il dottorato. Invece di offrire una tabella di marcia, ha parlato con franchezza di adattamento, apertura e del valore di assumersi rischi intellettuali oltre i confini. “La mobilità accademica è una forza trasformativa,” ha detto. “Da Helsinki all’Ohio, ogni contesto ha rimodellato il mio pensiero, arricchito il mio insegnamento e approfondito la mia convinzione che la vera innovazione nell’educazione emerga all’intersezione delle culture.”

Riflettendo sulla giornata, la Prof.ssa Juliana Raffaghelli ha condiviso: “È stato un enorme piacere collaborare con un gruppo efficiente ed entusiasta di dottorandi che, attraverso le loro domande, mi hanno spinto a concentrarmi su una domanda principale e rilevante per noi come supervisori e insegnanti: Come possiamo fornire supporto al loro sviluppo come giovani di talento in accademici di successo? Abbiamo condiviso bellissime sessioni in cui abbiamo esplorato cosa serve per costruire una carriera accademica – non solo in termini di ricerca, ma anche di logistica, gestione dei progetti, relazioni, networking e opportunità internazionali. È stata un’opportunità per imparare reciprocamente chi siamo come comunità di ricerca.”

L’evento è stato reso possibile grazie al brillante lavoro del comitato organizzatore: Giulia Elardo, Monica Gottardo, Silvia Stocco e Paola Zoroaster, con il generoso supporto della Prof.ssa Juliana Raffaghelli e del Prof. Andrea Porcarelli, coordinatori del programma di dottorato e del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata (FISPPA).

Mentre le conversazioni continuano oltre Monteortone, non vediamo l’ora di tornare l’anno prossimo con nuove domande, energia rinnovata e lo stesso impegno a crescere insieme come comunità di ricerca.

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